All’interno della mostra l’Amour Terrible di TONY GALLO parleremo di STREET ART e NUOVI LINGUAGGI con lo storico e critico d’arte Massimiliano Sabbion.

Chi sono gli street artists?
Cosa si intende quando si parla di “nuovi linguaggi artistici urbani”?
Quali sono i fenomeni artistici contemporanei?
La discussione sull’arte affrontata dallo storico e critico d’arte Massimiliano Sabbion, “Street Art e i Nuovi Linguaggi”, sabato 21 maggio alle ore 18.00 presso START – Palazzo Finco, via Zaccaria Bricito, 32 – Bassano del Grappa, sarà di approccio per una manifestazione d’arte contemporanea sempre più presente negli spazi cittadini invasi di colore e di nuove espressioni.
La città e i muri si ricoprono di segni, quasi come una pelle che si adorna di tatuaggi e simboli, le metropoli vivono attraverso nuovi artisti, figli della contemporaneità, tramite una nuova forza e una costante ricerca di identità.
Gli street artists vivono attraverso un sistema fatto di tag, crew, forme e colori che si perdono in mondi onirici e fatati.
“L’arte al muro” nasce come voglia di “segnare” ed esprimere concetti e simbologie sociali fin dalla preistoria, si sviluppa poi nel corso dei secoli con tecniche e strutture diversificate: affresco, muralismo, graffitismo, street art.
Non manca mai la voglia di emozionarsi e di dare un contributo al mondo e alla contemporaneità, oggi più che mai dove sogno e poesia sono richiesti e presenti l’arte arriva a colmare un mondo che si nutre sempre più di immagini e linguaggi visivi.
Lo street artist non deturpa mai la città, non la violenta ma la vive nonostante le accuse rivolte ad una generazione sotto costante giudizio e pressione, accusata di mancanza di valori e di rispetto, di voglia di fare e di combattere, in realtà ciò che viene a mancare è un futuro e un’individualità poco espressa.
Quando si tenta di cancellare un pezzo di storia contemporanea dai muri si finisce per pulire un pezzo di vita, nonostante libri al bando perché “diversi” o coperture di colore piatto ci sarà sempre chi leggerà e chi “pitturerà” le pareti.
Dai segni preistorici, agli affreschi di Giotto, Mantegna, ai murales di Diego Rivera, Orozco ai graffiti degli anni Ottanta del Novecento con artisti storicizzati come Keith Haring, Toxic, Jean-Michel Basquiat, fino agli street artist Banksy, Blu, Os Gemeos fino ad arrivare a realtà localizzate ma in forte espansione di cui Tony Gallo presente in mostra con le sue opere ne è testimonianza.
Il percorso della storia dell’arte attraverso i nuovi linguaggi si evolve giorno per giorno fino ad amplificare il valore della città.
Sui muri della città, sulle metro e sui treni appaiono “opere d’arte” con una interpretazione e velocità di pensiero, tipica di questi anni, in cui la connessione con il mondo esterno avviene con sempre più rapidità e dinamismo attraverso internet e i social network.
Gli spazi non sono più del singolo ma del collettivo che ha la capacità di indignarsi o di apprezzare quello che vede: tutto fatto con l’idea di lasciare un’impronta e regalare al pubblico un’arte contemporaneamente vera, senza dogmi e senza costrizioni.
Gli artisti di oggi si armano di bombolette spray, stencil, vernici e idee a volte ancora con la paura di essere scoperti e osteggiati ma con la consapevolezza di essere individuati “artisti della città, per la città”.
Nascono capolavori voluti e riconosciuti dagli stessi cittadini, segni di deturpazione e linguaggi che nascondo rabbia e protesta, a volte ottime esecuzioni, a volte solo scarabocchi.